Amur, il Drago nero. Intervista a Klaus Feichtenberger

Al momento il direttore Klaus Feichtenberger, autore di Amur, il Drago nero, è in Nepal per girare un documentario in Himalaya. Spera di terminare in tempo per giungere a Sondrio per partecipare a un “affascinante festival che ha un posto speciale nel mio cuore, in quanto è proprio lì che iniziò la mia carriera come regista molti anni fa. Ho molti bei ricordi del festival e della città”.
 

Sig. Feichtenberger perché ha scelto il fiume Amur per il suo documentario?
Io e il  mio vecchio amico Franz Hafner abbiamo lavorato nell’est della Russia alcuni anni fa, e amiamo questa parte del mondo. E’ stata sua l’idea della serie in 3 parti sul fiume Amur, la vera “linea della vita” di questa regione, e invitò me a partecipare alla sua avventura. L’amur è tra i 10 fiumi più grandi al mondo ma è quasi sconosciuto, per cui abbiamo pensato di diffondere la sua conoscenza.
 

Perchè è chiamato “Drago Nero”?
E’ un vecchio soprannome Chinese. Le acque dell’Amur ( o Heilongjjaing , in Cinese) sono nere a causa dei sedimenti vulcanici e delle sostanze organiche derivanti dalla vasta foresta che attraversa. Inoltre, visto dall’alto, il fiume serpeggia lungo il suo corso, riproducendo la tradizionale raffigurazione cinese del dragone. Il suo maggior affluente, il Songua, è chiamato “Il Drago Bianco”; i due dragoni si uniscono alla confluenza di questi grandi fiumi.

Quanto tempo è stato in Asia per girare il documentario? Ha affrontato qualche problema? Quali sono i ricordi più belli del suo soggiorno?
Insieme, Franz Hafner e io abbiamo passato diversi anni lungo l’Amur nel passato. Per la produzione attuale della mia parte della serie (Il confine russo-cinese che è formato dall’Amur per circa 2000 km) ho fatto due viaggi da circa 6 settimane l’uno.
 

Quali sono i suoi progetti futuri?
Proprio ora sto lavorando a una serie simile sul fiume Brahmaputra. Ho conivolto due registi esperti per aiutarmi a girare in Tibet, Nepal, India e Bangladesh.

 

Camilla Martina