Tigri, iene, bufali e ippopotami inaugurano Sondrio Festival

La rassegna si è aperta con un ricordo del grande alpinista Walter Bonatti

Oggi altri tre film in concorso, il concerto di Sbizza e l’aperitivo al buio con i pipistrelli. Domani sullo schermo ancora tre film, insieme al ranger USA Mea Arego

Nel segno di Walter Bonatti si è aperta ieri a Sondrio la XXV edizione del Sondrio Festival, davanti a ben 500 persone. Gli onori di casa sono stati fatti dal sindaco di Sondrio Alcide Molteni che insieme al presidente della Provincia Massimo Sertori ha voluto rimarcare la comunità di intenti tra le due istituzioni venutasi a creare intorno alla rassegna, risorsa importante anche per valorizzare il paesaggio e la cultura valtellinese. Era presente alla serata inaugurale, così come alla presentazione presso Palazzo Sertoli, anche Berndt Vöhringer, sindaco della città gemellata di Sindelfingen che ha portato ai sondriesi un appassionato messaggio di tutela dell’ambiente.

Il grande alpinista, giornalista e scrittore recentemente scomparso è stato ricordato da altri due uomini di montagna ed avventura come Popi Miotti e Gianpietro Scherini, legati a Bonatti da una lunga amicizia. Non è potuta essere presente come da programma la sua compagna di una vita, Rossana Podestà, costretta a letto da un’influenza. “Walter – ha detto Miotti – era un uomo consapevole dei propri limiti, il che gli ha permesso di trasformare anche le sconfitte in vittorie”, mentre Scherini ne ha sottolineato la grande umanità e lo spirito di avventura che l’hanno portato anche negli ultimi anni ad esplorare mezzo mondo, come documentato nel breve audiovisivo proiettato sullo schermo che Scherini e la moglie Mara hanno voluto donare a Sondrio Festival.

Spazio quindi alle proiezioni dei due primi film in concorso. “Zambesi, fonte della vita” di Michael Schlamberger (Austria 2010) ha raccontato con abbondante ricorso a riprese aeree il percorso del fiume per 2600 km attraverso l’Africa, dagli altipiani dello Zambia fino alle cascate Vittoria, mostrando iene, bufali ed ippopotami nel loro ambiente naturale. Quindi “La tigre indiana” di Subbiah Nallamuthu (India, 2010) ha narrato le vicissitudini di un gruppo di grandi felini in lotta per il predominio sul territorio, con le figlie pronte a scalzare la madre per impadronirsi del suo scettro di regina.

Oggi alle 18.30 una singolare esperienza attende i partecipanti a Sondrio Festival. L’aperitivo al buio “Bat Hour” offre la possibilità di degustare vini e prodotti tipici nella più completa oscurità, immedesimandosi nei pipistrelli ai quali, tra immaginario e realtà, è dedicata la mostra in corso nelle cantine del Museo Valtellinese di Storia e Arte a Palazzo Sassi. Nell’occasione sarà presentata anche “Dalla vite alla vita”, l’originale iniziativa del designer sondriese Fabio Gianoli che ha recuperato vecchie barriques per farne delle culle.

La serata sarà aperta alle 20.45 da un’esibizione di Sbizza, cantautore morbegnese ispirato dalla natura e dalla cultura del territorio, accompagnato dalla sua MicrOrchestra. Seguirà la proiezione di altri tre film in concorso: “Amazzonia viva – segreti nascosti” di Christian Baumeister (Germania 2010), “Pirenei, montagne di luce” di Jürgen Eichinger (Germania 2010), che sarà presentato in sala da Angela Schmid della tv bavarese Bayerischer Rundfunk e “Scandinavia selvaggia – Groenlandia” di Uwe Anders (Germania, 2011)

Domani sullo schermo del Sondrio Festival passeranno altri tre documentari: “La sfida di Garamba” di Ramon Campoamor (Spagna 2011) su uno dei più vecchi parchi africani in Congo, “Apuane, le montagne d’acqua” di Valter Torri che ha filmato un angolo d’Italia poco conosciuto, ma straordinariamente interessante e “Una foresta che muore” di Michael Pellegatti (Stati Uniti, 2010) girato nei parchi nazionali di Yellowstone, Denali e Grand Teton.

Introdurrà la serata sul tema “I miti americani”, la ranger Mea Arego del Marsh-Billins Rockfeller National Historical Park, in rappresentanza del National Park Service USA. La Arego è componente della giuria internazionale e sarà in città per tutta la durata del festival, partecipando anche agli incontri con gli studenti.

Paolo Redaelli