Sondrio Festival, domani il verdetto e il gran gala finale di chiusura

Dal Convegno Internazionale interessanti indicazioni sul futuro dei parchi montani.

Il Comitato Scientifico: “un documento finale per aggiornare le tesi di Sondrio”


Sondrio Festival va verso l’epilogo, dopo un’intensa settimana di proiezioni ed eventi. Domani la giornata finale, con la serata di gala condotta dal giornalista Fabio Panzeri di Teleunica e la proclamazione, da parte della giuria internazionale guidata da Pino Brambilla del vincitore del primo premio, l’ambito “Città di Sondrio” Anche Regione Lombardia, Parco dello Stelvio, giuria del pubblico e degli studenti assegneranno come di consueto i loro riconoscimenti.

La cerimonia sarà allietata dallo spettacolo “Phsyical Dance Teatre” del duo ZaMaGa, formato dai danzatori acrobati Maria Agatiello e Marco Zanotti, alle spalle un’esperienza decennale con la compagnia Kataklò.

Al termine la proiezione del film vincitore e il gran buffet finale curato da Leonardo Bassola, chef del Ristorante Open di Sondrio.

 

Un convegno internazionale ricco di spunti per il futuro dei parchi montani

Ieri, interessanti indicazioni sul futuro dei parchi sono venute dal Convegno Internazionale organizzato da Assomidop. In mattinata, presso la tensostruttura, davanti ad un pubblico NUMEROSO formato in gran parte da studenti delle superiori, sono state messe a confronto le esperienze DI PROTEZIONE E DI GESTIONE di parchi di montagna in tutto il mondo. Maurizio Gianola ha ricordato il contenuto delle “Tesi di Sondrio”, quasi una “carta cosituzionale” firmata in occasione dell’edizione 1992 della rassegna su ciò che si deve fare per una corretta gestione dei parchi e che vent’anni dopo necessita di opportuni aggiornamenti.

Patrizia Rossi ha parlato del parco transfrontaliero Alpi Marittime - Mercantour, che vede una stretta e proficua collaborazione tra Italia e Francia, mentre Dario Furlanetto si è soffermato sul progetto del Parco Europeo delle Alpi Centrali (PEACE), una sorta di “federazione dei parchi” tra Italia e Svizzera per la quale esistono risorse comunitarie, ma alla quale hanno aderito finora soltanto i parchi dell’Adamello lombardo e dell’Adamello Brenta in Trentino.

Mea Arego, ranger e rappresentante del National Parks Service USA, ha portato a Sondrio la secolare esperienza dei parchi nordamericani che costituiscono una risorsa unica al mondo anche per l’educazione ambientale e il corretto rapporto tra popolazione ed esigenze di tutela del territorio.

Il glaciologo Claudio Smiraglia ha illustrato le bellezze naturalistiche e didattiche offerte del Parco dello Stelvio, quindi Agostino Da Polenza, con l’ausilio di un interessante video, ha parlato dell’esperienza dei grandi parchi himalayani, con particolare riferimento alla campagna “Keep Karakorum Clean” con la raccolta di 30 tonnellate di rifiuti disseminati sui ghiacciai.

A conclusione dei lavori, l’assessore lombardo ai Sistemi Verdi e Paesaggio Alessandro Colucci ha ricordato l’impegno senza riserve della Regione per il Parco dello Stelvio. “Stiamo agendo con determinazione perché lo Stato garantisca risorse adeguate per al futuro del Parco, nel rispetto delle esigenze di chi ci lavora, mantenendo una configurazione unitaria pur con una snella governance”.

 

Nel pomeriggio, presso la Sala Besta della Banca Popolare, la tavola rotonda con esperti, coordinata da Piero Carlesi, giornalista di Touring Club. Roberto Gambino, del Politecnico di Torino ha osservato che per il futuro dei parchi “occorre una stretta alleanza tra politiche di tutela e politiche del paesaggio, nel rispetto dei significati profondi culturali ed etnografici”. Ferruccio Tomasi, presidente del Parco dello Stelvio, nel ripercorrere la storia dell’istituzione dell’area protetta, si è augurato che la situazione sia risolvibile al più presto, elencando una serie di opportunità per lo sviluppo anche economico del parco. Il sociologo Aldo Bonomi ha rilevato che “ci troviamo in una situazione, per paradosso, drammaticamente eccellente poiché i problemi che prima stavano al margine sono diventati centrali. Viene ad essere messo in discussione lo stesso modello sviluppo delle città e in questo senso la green economy può offrire risposte importanti”. Ha auspicato dunque che le Tesi di Sondrio vengano applicate “non più solo ai parchi, ma all’intera comunità”. L’economista Luca Cetara, del Ministero dell’Ambiente, ha sottolineato quale importante ricchezza rappresenti il capitale naturale delle aree alpine anche se spesso non è riconosciuto come tale perché sfugge ai normali indici di misurazione del reddito. “Identificarlo e valorizzarlo per investirlo correttamente sarà la sfida che ci attende nei prossimi anni”, ha concluso.

 

Al termine dei lavori il Comitato Scientifico di Sondrio Festival, nella persona del suo presidente Nicola Falcinella ha espresso soddisfazione per la riuscita della giornata. “Un evento molto partecipato, intenso e ricco di spunti per il futuro dei parchi di montagna. Il Comitato Scientifico, nel condividere molte delle opinioni espresse in questa sede, ritiene che Sondrio Festival in futuro debba sempre più rappresentare un importante momento di riflessione collettiva su questi grandi temi che interessano una comunità internazionale in progressivo aumento. Gli interventi dei numerosi ospiti, nella varietà delle esperienze di gestione, hanno offerto spunti importanti al dibattito, sui quali proseguiremo a riflettere e lavorare. L’attenzione che il National Parks Service USA continua a dedicare al festival, da diversi anni a questa parte, è un ulteriore elemento che ci stimola a fare sempre meglio su questa strada”.

Il Comitato si è assunto l’impegno di elaborare un documento finale con l’obiettivo di aggiornare le tesi di Sondrio alla luce delle riflessioni emerse nel convegno, su tutte quella che certe regole di salvaguardia non debbano essere più intese come vincolo, ma come concreta possibilità di sviluppo.

 

I film di ieri

Preceduti da un’interessante relazione di Claudio Smiraglia, glaciologo di fama mondiale e docente all’Università di Milano sui fenomeni di riscaldamento globale che stanno provocando la fusione dei ghiacciai, sono stati proiettati altri due film in concorso. “Dalla cenere alla vita” di Diane Gilmour (Australia, 2010) ha raccontato la straordinaria rigenerazione spontanea delle foreste australiane dopo gli incendi del 2009 e il ritorno alla vita di canguri, koala, vombati e opossum dopo le cure dei veterinari.

Con splendide sequenze rallentate di predazione, tra aquile e martin pescatori, “Natura nella corrente” di Franz Hafner (Austria, 2010) ha documentato le pianure alluvionali del Danubio, in cui la forza delle acque lasciate libere rappresenta una risorsa fondamentale per la sopravvivenza di piante ed animali.

Paolo Redaelli